AD OGNI BAMBINO IL SUO RITMO



 I bambini che crescono con ritmi più lenti della media non sono rari e non è affatto detto che saranno sempre svantaggiati 

Fin dalla prima elementare le insegnanti avevano comunicato ai genitori che Alessio aveva dei problemi di apprendimento e avrebbe dovuto essere seguito da un’insegnante di sostegno, ma siccome l'insegnante di sostegno in quella scuola non c'era furono i genitori a rivolgersi a uno specialista che, dopo aver misurato le capacità intellettive del bambino e aver scoperto una leggera dislessia, iperattività e deficit di attenzione, organizzò per lui un programma individualizzato che prevedeva attività motorie e percorsi di apprendimento diversi da quelli dei suoi compagni. Alessio fu seguito individualmente nel suo percorso scolastico e ora, a 27 anni, dirige una Florida azienda commerciale con una decina di dipendenti.

Quello di Alessio è uno dei tanti casi di bambini <atipici> che hanno dei tratti individuali e dei ritmi di crescita che si discostano dalle tappe canoniche dello sviluppo fisico e mentale riportate nei manuali. I bambini che crescono con ritmi più lenti della media dei bambini della loro età non sono rari e non è affatto detto che saranno sempre svantaggiati. I motivi all'origine di una crescita intellettiva che si discosta dalla media sono diversi: ci sono dislessici e disgrafici, quelli che hanno difficoltà a concentrarsi, quelli che, avendo difficoltà nella percezione visiva o uditiva, possono presentare i ritardi significativi nell’acquisizione del linguaggio, il che non li aiuta nel formulare pensieri elaborati. Una maturazione cerebrale più lenta è spesso una concausa; ma quando a essa si uniscono problematiche emotive comportamentali, componenti sociali e di adattamento culturale, i bambini fuori dalla norma, che pure non presentano handicap rilevanti, aumentano di numero. Questa multifattorialità rende difficile tracciare una linea di demarcazione tra normale e patologico. Su questa distinzione incidono, infatti, anche le attese della società. Prendiamo il caso dei bambini iperattivi con deficit di attenzione. Nel mondo preindustriale le loro caratteristiche non erano considerate atipiche o fuori dalla norma. L'evoluzione verso un tipo di vita più sedentario ha reso questi tipi meno adattabili ai ritmi di vita della società attuale. E tuttavia, una ricerca pubblicata nel 2011 su  <Applied Psychology: Health and well being> ha dimostrato che i bambini con queste caratteristiche mostrano un miglioramento nella concentrazione e un maggior controllo dell' impulsività quando hanno la possibilità di muoversi e di giocare all'aperto ogni giorno, ossia quando le condizioni ambientali sono più simili a quelle della società preindustriale in cui molto probabilmente erano apprezzati proprio perché, essendo più impulsivi, erano più pronti a reagire di fronte alle minacce. È evidente che una scuola troppo sedentaria e schematica non fa che accentuare il disadattamento di questi bambini.

Se invece di essere emarginati per le loro prestazioni insufficienti i bambini <atipici> vengono seguiti da adulti che credono nella loro capacità e volontà di migliorare <a modo loro> - come nel caso di Alessio - si crea il cosiddetto effetto Pigmalione: un clima fiducioso che favorisce l'apprendimento. Molti <atipici> infatti finiscono per imparare dai propri limiti così come altri imparano dai propri errori. Col tempo e con una maggiore conoscenza di sé scoprono strategie personali con cui far fronte alle loro défaillance, ad aggirare le difficoltà che nuovi apprendimenti presentano e spesso anche a sviluppare una maggiore tenacia nel tentativo di superare sé stessi. Nel fare questo lavoro di compensazione, queste persone mettono in campo la loro creatività, il che le può portare a trovare soluzioni originali e anticonformiste. Si spiega così come uomini e donne che a scuola avevano risultati scadenti e su cui gli insegnanti non facevano previsioni ottimistiche, abbiano poi avuto successo nel lavoro e soddisfazione nella vita sociale. Tra gli <atipici> ci sono anche coloro che hanno doti intellettuali molto spiccate in alcuni ambiti e scarsi in altre. Queste discrepanze possono creare nei bambini e nei ragazzi che frequentano la scuola diversi problemi di adattamento. Pur avendo delle doti fuori dal comune questi giovani possono sentirsi poco considerati dagli insegnanti e dai compagni. Lui (o lei) ha la sensazione di essere incompreso e sottovalutato. Come reazione può quindi assumere atteggiamenti risentiti o provocatori, apparire impacciato nei rapporti sociali e vulnerabile. Può anche arrabbiarsi con sé stesso per non riuscire laddove dovrebbe e poi deprimersi fino a considerarsi un buono a nulla. E questo il caso di Fabrizio, 9 anni, appassionato di informatica e brillante nel calcolo e nel ragionamento matematico, ma con grosse difficoltà nella lettura, nella scrittura e anche nel disegno che pure sarebbe una sua passione: difficoltà che persistono anche dopo gli esercizi di recupero. I reiterati insuccessi in alcuni ambiti dell’apprendimento hanno reso Fabrizio insicuro nel rapporto con gli insegnanti e irritabile con quei compagni che si prendono gioco delle sue défaillance. Sa di valere, ma gli mancano gli strumenti per dimostrarlo. È entrato in crisi da quando una delle maestre ha ventilato la possibilità di affiancargli l’insegnante di sostegno.

 

Le caratteristiche che possono far giudicare ritardati coloro che hanno un ritmo di sviluppo diversi dalla norma pur avendo delle buone capacità in alcuni settori sono generalmente: difficoltà con compiti che richiedono memorizzazioni e abilità percettive; confusione nell’eseguire i compiti; Scarsa autostima scolastica; difficoltà nella regolamentazione emotiva; immaturità sociale; difficoltà nelle capacità procedurali, come velocità di scrittura, organizzazione, ordinare in sequenza. Di contro possono avere una spiccata curiosità, elevati livelli di energia e attenzione, preferenza per situazioni nuove e complesse, ricerca di informazioni nuove, livelli elevati di sensibilità, capacità di stabilire connessioni tra idee, eventi e oggetti, grandi capacità nel risolvere problemi nei settori in cui hanno successo. Sono noti i numerosi personaggi famosi che, scadenti o poco brillanti sui banchi di scuola, hanno poi rivelato doti e capacità insospettate. Tra di essi ci sono il premio Nobel per la letteratura Thomas Mann, Gandhi, Winston Churchill, Thomas Edison, il pittore Paul Cézanne e persino il fisico Albert Einstein a cui si deve questa frase spiritosa illuminante: <se giudicate un pesce per le sue capacità di arrampicarsi su un albero, trascorrerà tutta la vita a credere di essere stupido.>

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