NON PUOI CAPIRE UN SISTEMA FINCHÉ NON PROVI A CAMBIARLO




I comportamentisti ritenevano che il comportamento fosse dettato dal solo ambiente, ma negli anni '20 del 900 Kurt Lewin affermò che era il risultato tanto dell'individuo quanto dell'ambiente. Dalle sue idee rivoluzionarie è scaturito lo studio delle dinamiche di gruppo, che ha un valore inestimabile per le organizzazioni ad odierne. Nella sua analisi del comportamento umano, Lewin sviluppò la teoria del campo che esplora le forze i fattori che influenzano ogni situazione data. Il campo di Lewin sta ad indicare l'ambiente psicologico dell'individuo o del gruppo collettivo in un particolare momento. In ogni campo Lewin identificava due forze contrapposte: forze utili, che spingono le persone a conseguire i propri obiettivi, e forze avverse, che impediscono il movimento verso quegli obiettivi.

Il modello di cambiamento di Lewin
La teoria del campo fornì la base per il modello di cambiamento di Lewin, che offre una guida preziosa per le trasformazioni riuscite, sia a livello individuale sia nelle organizzazioni. Il modello mostra che, per attuare con successo il processo di cambiamento, una persona o il leader di un'organizzazione deve tener conto delle varie influenze in gioco, tanto nelle menti degli individui quanto nel loro ambiente. Spiegando il suo modello di cambiamento, Lewin sottolinea come sia necessario tener conto dell'intera situazione, compresi tutti i particolari rilevanti personali e ambientali, dal momento che la concentrazione su fatti isolati può produrre una percezione distorta delle circostanze. Non solo si deve avere una comprensione completa e olistica di una situazione per poterla cambiare, ma quella comprensione si approfondisce nel corso dell’intero processo di cambiamento, per cui <non puoi capire un sistema finché non provi a cambiarlo>. Il modello di Lewin descrive un processo in tre fasi per il conseguimento della trasformazione personale o organizzativa. La prima fase, che chiamava scongelamento, è di preparazione e consiste nel riconoscere la necessità del cambiamento e nel demolire vecchie pratiche e credenze. Il cambiamento si verifica nella seconda fase ed è spesso accompagnato da confusione e disagio quando la vecchia struttura mentale o il vecchio sistema si disgregano. La terza e ultima fase, il congelamento, si ha quando si concretizza una nuova struttura mentale, accompagnata da un senso di benessere e stabilità all'interno di essa. È un processo difficile, perché comporta la fatica di disimparare, la difficoltà di imparare cose nuove e la ristrutturazione di pensieri, emozioni, atteggiamenti e percezioni.

Lo scongelamento delle credenze
La fase dello scongelamento è forse la più complessa del processo, a causa dell'inclinazione degli esseri umani a resistere al cambiamento delle loro forme mentali e routine consolidate. Richiede perciò un'attenta preparazione; molti tentativi nelle organizzazioni falliscono semplicemente perché i dipendenti non sono preparati a dovere, il che li rende più resistenti al cambiamento e meno adattabili al nuovo sistema. La preparazione potrebbe consistere nell’offrire una visione eccitante del cambiamento, che induca i dipendenti a mobilitarsi, nel comunicarlo con efficacia, nel trasmettere il senso di quanto sia urgenti necessario, nel fornire sostegno, nel permettere loro di partecipare attivamente al processo. A livello individuale, le persone potrebbero avere una reazione di difesa a questa fase, essere riluttanti a uscire dalla loro zona di conforto per raccogliere la sfida di imparare abilità nuove o di accettare un nuovo insieme di credenze. Questa resistenza naturale si può superare se l'individuo è aiutato ad ammettere che il cambiamento è necessario, valido e darà risultati migliori, e se il sostegno dato genera un senso di sicurezza psicologica. Lewin dimostrò l'effetto positivo di creare un ambiente di sicurezza psicologica durante la fase di scongelamento (e di consentire la partecipazione attiva nel processo di cambiamento) quando fu chiamato a convincere le casalinghe americane a mettere in tavola le frattaglie durante la Seconda guerra mondiale. Storicamente, le interiora erano consumate soltanto da famiglie a basso reddito, ma il governo americano voleva assicurarsi che quei tagli di carne nutrienti non venissero sprecati in un periodo di carenza di cibo, soprattutto in considerazione del fatto che rognone, fegato e cuore sono ricchi di proteine. Il dipartimento dell'agricoltura statunitense incaricò Lewin di convincere le casalinghe a servire queste pietanze ai loro familiari. Parlando con le donne, Lewin si rese conto che erano in gioco forse utili e avverse. Le forze utili, o incentivi, nel cambiare l'opinione delle casalinghe circa le frattaglie erano il loro elevato valore nutritivo. Le forze avverse, o barriere, erano incentrate sull'opinione delle donne che quel tipo di carni fossero inadatti a loro e alle loro famiglie e, in grado minore, che non fossero buone. Lewin organizzò uno studio servendosi di due gruppi di casalinghe per analizzare il modo migliore per avviare il cambiamento. Al primo gruppo fu detto a più riprese che mangiare interiora faceva bene, mentre l'altro partecipò ad una discussione su come il problema della carenza di cibo si potesse alleviare se donne come loro si fossero convinte a usare tagli di seconda scelta come fegato, rognone e cuore. Quando circa un terzo delle casalinghe che avevano partecipato al gruppo di discussione servì frattaglie a cena, Lewin concluse che accrescere il livello di coinvolgimento delle persone aumentava anche la probabilità di cambiarne atteggiamenti e comportamenti. Istruire il primo gruppo si era dimostrato inefficace, mentre col gruppo di discussione Lewin aveva creato un ambiente in cui le donne si sentivano abbastanza al sicuro psicologicamente da esprimere le proprie preoccupazioni ed opinioni. Esaminare le loro convinzioni come pure la realtà della carenza di cibo le aveva aiutate a cambiare idea circa i tagli di carne commestibili e li aveva guidati verso la nuova convinzione: che è accettabile acquistare le frattaglie e metterle in tavola.

Produrre il cambiamento
Durante la seconda fase di Lewin le persone si trovano ad affrontare il compito scoraggiante e disorientante di mettere in atto un sistema nuovo. Devono abbandonare routine e pratiche famigliari e acquisire nuove abilità. In un’organizzazione, il nuovo sistema sarà definito dalla leadership e spesso riguarderà la tecnologia, la struttura, le procedure o la cultura. In questa fase è importante fornire ai dipendenti un sostegno sufficiente a garantire l’eliminazione degli ostacoli. A livello del cambiamento personale non è possibile dare un nuovo sistema di credenze alle persone, che devono trovarne e accettarne uno da sole. Quando una vecchia credenza si è dimostrata sbagliata o inefficace, siamo naturalmente propensi a sostituire il vecchio sistema di valori con uno nuovo, riempiendo lo scomodo vuoto lasciato dal processo di scongelamento, Lo facciamo in modo combinato: affidandoci alle nostre sensazioni istintive, studiando modelli di ruolo e osservando più in generale la vasta gamma di informazioni disponibili. In questo modo speriamo di trovare una nuova informazione che risolva il problema. Una volta trovata, abbiamo accettato e stabilito una nuova forma mentale. Nel caso delle casalinghe americane durante la Seconda guerra mondiale, Lewin fornì alle donne nuove informazioni istruendole sulla bontà e il valore nutritivo delle interiora e le convinse che, data la realtà della carenza di cibo in tempo di guerra, non c’era niente di cui vergognarsi nel servirle ai proprio famigliari (sostituendo così la credenza prebellica che sarebbero state considerate socialmente inferiori se le mangiavano).

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