Desiderare e progettare la nascita di un
figlio è quasi sempre un evento centrale nel percorso esistenziale di una
coppia. Donne e uomini dedicano alla programmazione e all’esperienza della
genitorialità molto del loro tempo insieme, dei loro pensieri e delle loro
energie. Tuttavia, Francesco, il periodo riproduttivo, in particolare
durante e subito dopo la gravidanza, per quanto ricco di desideri, aspettative
e immagini positive, è anche potenzialmente stressante per le
modificazioni importanti che produce nello stato emotivo e psicologico dei
partner. Tali cambiamenti non riguardano solo le donne, ma anche gli uomini. Al
di là di eventi imprevisti e dolorosi (gravidanza a rischio, aborto spontaneo
nei primi mesi o a ridosso della nascita, problemi di infertilità e richiesta
di trattamenti per curarla) in termini generali, uomini e donne vivono lo
stress della gravidanza e del post partum in modi differenti ma con alcune
caratteristiche sorprendentemente simili.
L'Ansia di diventare Papà
Molto si è scritto sull’ansia e la
depressione delle donne durante la gravidanza. La depressione post partum –
come anche il baby blues - è molto studiata e frequentemente trattata dagli
psicologi. Al contrario, le difficoltà esistenziali degli uomini in questo
periodo così delicato sono spesso sottovalutate. Ad esempio, si sa che per
le donne l’ansia è alta nel primo periodo della gravidanza e cala nella seconda
fase per poi ritornare elevata nel periodo pre-parto. L’umore depresso, invece,
si scioglie via via dal primo mese fino alla nascita. Può essere sorprendente
apprendere, dalle poche ricerche effettuate, che anche i padri vanno
incontro ad ansia e depressione durante il periodo che va dal concepimento alla
nascita. L’intensità dei sintomi è più bassa di quella delle madri, ma
l’andamento ad U sembra essere identico. In particolare, per gli uomini alla
prima esperienza genitoriale, l’ansia è molto elevata nel primo e nel terzo
trimestre, mentre i padri che già hanno dei figli sperimentano i livelli più
alti di stress soprattutto nel terzo trimestre, quello più vicino alla nascita. Nell’esperienza di ansia e stress dei padri non contano solo fattori
psicologici o di personalità. Gli uomini più giovani, con una situazione
lavorativa instabile e impegnati sentimentalmente da meno tempo sono quelli che
avvertono maggiore sofferenza durante i mesi dell’attesa. In linea di
massima, l’ansia negli uomini si abbassa progressivamente dopo la nascita, ma
non sempre le cose procedono in modo lineare. La precarietà lavorativa o le
difficoltà nel rapporto con la partner possono facilitare il perdurare
dell’ansia anche dopo il parto o accentuare vissuti depressivi.
Quali sono le principali paure dei futuri/neo padri?
Alcune paure sono antiche, proprie della
“storia psicologica maschile”, come ad esempio il non essere in grado
di proteggere e provvedere alla famiglia adeguatamente. I mutamenti
sociali e culturali e la sostanziale parità con le donne non hanno intaccato
più di tanto la preoccupazione dei futuri padri sulla loro capacità di essere
un buon sostegno, economico ed emotivo, per la famiglia che si sta formando.
Un’altra paura, in realtà abbastanza diffusa anche se raramente ammessa, è
quella di non essere realmente il padre del bambino. Si tratta di
una paura riconosciuta come infondata anche da chi la prova – molto raramente
si hanno sospetti o indizi reali di tradimento da parte della partner – ma
questo indica quanto determinati meccanismi emotivi siano profondamente
radicati e scarsamente controllabili.
Un’altra paura che emerge nei padri
durante la gravidanza è quella della morte. È come se la nascita di
un figlio rivelasse che non si è più “i più giovani”. Se tutto andrà bene,
cioè se le cose andranno “come devono andare”, il padre sa che morirà
prima del figlio. In altre parole, si dissolve definitivamente la
convinzione tipica della giovinezza di essere immortali. Spesso, quando questa
consapevolezza si affaccia, la crisi può essere profonda e angosciante. Oltre
al timore, largamente sentito dai futuri papà, per la salute del
bambino e della compagna, un’altra paura comune è quella delle ripercussioni
che la presenza di un figlio può avere sul rapporto con la propria partner.
Ad esempio, il padre può sviluppare il sospetto angosciante – e spesso vissuto
con senso di colpa e vergogna - che il bambino sarà più amato di lui, che la
relazione tra madre e figlio lo escluderà dalla sua intimità con lei, che la
relazione sessuale con la partner si raffredderà e che non ci sarà più spazio
per attività e tempo insieme.
E se l’ansia e le preoccupazioni per la paternità non si attenuano?
Molte di queste paure si sciolgono
rapidamente dopo la nascita del bambino per la maggior parte degli uomini.
Tuttavia quando questo non accade o non accade rapidamente, un supporto
psicologico può rivelarsi estremamente utile. Molti uomini non si sentono
autorizzati a parlare delle loro ansie e dei loro timori con qualcuno e spesso
non li affrontano nemmeno con la propria partner. Avere paura è un’esperienza
che molti vivono come una manifestazione di debolezza che è opportuno
nascondere. In un certo senso, sentire paura sembra essere
apparentemente in contrasto proprio con l’immagine di uomo forte, capace di
sostenere la famiglia, che ogni futuro padre cerca di costruire. È presente
anche il timore di essere giudicati o ridicolizzati o di non
essere presi sul serio. Un consulente psicologico può aiutare a
ridimensionare e ammorbidire le ansie e le angosce della paternità, in un
contesto di accettazione e di condivisione che è professionale ma, al tempo
stesso, umanamente accogliente e priva di giudizio.
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